Circolo Culturale Ca de Puio


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10. l'ambiente naturale: la flora spontanea

La Valle Steria


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10. L'ambiente naturale. La flora spontanea.

.....Una peculiarità della nostra terra, unanimemente riconosciuta ed apprezzata, è il clima eccezionalmente temperato e salubre, caratterizzato da escursioni termiche annuali insolitamente contenute; ciò si traduce in inverni miti, in primavere e autunni godibilissimi e in estati secche, spesso rinfrescate da una dolce brezza marina. Tanta dovizia è motivata dall'ottima esposizione all'irradiazione solare, dall'affaccio sul mare, che ne contiene gli sbalzi termici, e dalla protezione della catena montuosa delle Alpi Liguri, che s'erge a riparo dalle correnti fredde del Nord. L'eccezionalità del clima è suffragata dai dati relativi alla temperatura e alle precipitazioni, i cui valori medi s'avvicinano a quelli delle zone mediterranee più tradizionali dell'Italia meridionale. La temperatura media annuale del nostro golfo, ad esempio, è paragonabile a quella del Golfo di Napoli e le precipitazioni, concentrate nel periodo autunnale, e in misura minore in inverno e in primavera, sono molto scarse nella stagione estiva e allineate ai valori medi di quelle stesse regioni.
.....Questa condizione naturale del tutto particolare e le caratteristiche oro-idrografiche del territorio, combinate con l'azione modificatrice plurisecolare dell'uomo dall'altra, hanno determinato il formarsi nella nostra valle di un assetto vegetazionale irripetibile per la ricchezza e la varietà delle sue componenti, ancora ben attestato nelle aree scampate agli stravolgimenti dovuti l'influenza antropica più recente.
.....Così percorrendo i sentieri della valle si può scoprire un patrimonio naturalistico ragguardevole.
.....Si va dai pascoli e dai prati ubicati nelle zone più alte e sui crinali, che coprono superfici non molto estese e sono separati dai terreni coltivati da ambienti naturali e ampie zone boscate, che si estendono sulle alture prospicienti la costa e sui capi fino a lambire il mare.
.....I boschi delle zone più alte sono costituiti essenzialmente da querceti di Roverella. Scendendo vi si trovano inframmezzate delle piante di Pino d'Aleppo, che si fa progressivamente più frequente, fino a diventare predominante sui rilievi più bassi e sui capi.
.....Le aree prative sono il risultato di disboscamenti attuati nel passato, per avviare quei siti alle colture di sostentamento della popolazione rurale. Oggi esse sono inutilizzate e soggette all'invasione di arbusti il cui proliferare è legato al passaggio del fuoco, quali il Rovo, la Ginestra di Spagna, il Prugnolo, la Rosa canina e il Biancospino.
.....Le delimitazioni tra gli ambienti naturali e le zone coltivate non sono definite esattamente e si possono vedere delle macchie di Roverella e di Pino compenetrarsi negli uliveti. Al bosco si alternano zone di elevata aridità, nelle quali primeggiano le piante arbustive specifiche della macchia, quali le Ginestre, i Cisti, il Lentisco, l'Alaterno, il Terebinto e la Coriaria. Meno frequenti, ma pur sempre tipici di questi ambienti spesso resi impenetrabili da intrecci inestricabili di Rovi e Liane che si legano alle altre piante, sono gli arbusti di Mirto, Alloro, il Corbezzolo, Leccio e Ginepro, un tempo diffusi in ricche colonie e oggi in forte regresso. Meritano un cenno per la loro valenza ecologica anche alcune essenze dello strato erbaceo, costituito da specie come l'Asparago pungente, la Ginestrella comune, la Valeriana e, in prossimità della costa, la Ruta d'Aleppo e la Melica minuta.

Bosco di Roverelle.

Ginestra

Biancospino

Cisto

Brentine (Cisto femmina)

Fiori di Corbezzolo

Frutto di Corbezzolo

Bacche di Mirto

Fiori di Lentisco

Bacche di Ginepro

.....Nei luoghi pietrosi più assolati e battuti dal vento invece si distingue l'Euforbia spinosa, che per difendersi dall'azione del vento tende ad assumere la caratteristica forma a cuscino, accanto a pianticelle di Timo, Rosmarino, Lavanda selvatica, Cipollaccio col ciuffo Semprevivo, e diverse varietà di colorati Eliantemi.
In primavera qui e nelle radure prative ai margini dei boschi e della macchia è un continuo sbocciare di nuovi colori e uno spandersi di aromi e profumi. Non è difficile incontrarvi delle specie con fioriture bellissime e originali, che talvolta formano dei pregevoli endemismi. Tra di esse rivestono un interesse particolare le Orchidee spontanee, abitatrici frequenti di queste colline, tanto da far considerare la Valle del Cervo dai naturalisti un'area d'osservazione unica per le opportunità che offre.
.....Ogni anno, dai primi giorni di gennaio fino ad ottobre inoltrato, a partire dai fondovalle fino alle pendici del Monte Ceresa, è uno sbocciare continuo di questi fiori. Il più precoce, è la Barlia robertiana, che non disdegna i bordi delle aree poste a coltura e i giardini e si distingue per l'imponenza dei suoi fiori raccolti in spighe; in Liguria essa si trova soltanto nel tratto compreso tra Pietra Ligure e il confine francese, dove è piuttosto diffusa. Altrettanto comuni, ma molto diverse nelle forme, sono l'Anacamptis pyramidalis, solita a fiorire dal mese di marzo, e la Serapias, che fa la sua comparsa a maggio; la prima ha una spiga corta e densa, composta da fiorellini minuti di colore rosato, e tende ad assumere, prima della fioritura completa, la caratteristica forma a cono che le ha procurato il nome; la Serapias invece è presente con tre varietà non facili da distinguere, caratterizzate da fiori con striature longitudinali di colore grigio-rosato e col labello rosso cupo.
.....Per tutto l'arco della primavera è facile imbattersi in veri e propri tappeti di Orchidee del genere delle Ofridi, che si alternano nei prati e nelle radure, anche nelle zone più basse e al margine degli uliveti. Si tratta di fiorellini variopinti, che riproducono sui petali i disegni del dorso di api, calabroni e altri insetti, con evidente funzione di richiamo. Si va dalla più comune Oprhrys fuciflora (Fiore dei fuchi), alle altrettanto colorate Ophrys lutea (Ofride gialla), Ophrys apifera (Fiore delle api), Oprhrys sphecodes (Fior ragno), Ophrys arachnitiformis (Ofride a forma di ragno) e Ophrys fusca (Ofride scura), e ancora alla elegantissima Ophrys bertoloni, che ha sul labello una macchia lucida che riflette la luce, anche questa con funzione di richiamo, e preferisce invece comparire isolata a quote maggiori, nelle zone prative in genere.
.....Questi sono gli stessi ambienti dove primeggiano le Orchidee del genere Orchis, che comprende delle specie alquanto differenti, dalle più comuni Orchis morio (Orchidea minore o Giglio caprino), Orchis provincialis (Orchidea provenzale), Orchis laxifora e Orchis coriophora (Orchidea cimicina), alla lieve Orchis papilionacea (Orchidea farfalla), che evoca il volo della farfalla e alle signorili Orchis tridentata e Orchis purpurea.
.....Alle stesse quote, ma in ambiente boschivo, si possono incontrare l'Aceras anthropophorum, che deve il nome scientifico alla forma originale dei suoi fiori che richiamano le sembianze umane, la delicata Gymnadenia conopsea e la Limodorum abortivum (Fior legna), raro esempio di Orchidea priva di clorofilla, che trae gli elementi necessari per il suo sostentamento da materiali vegetali in decomposizione presenti nel terreno. Il nome volgare di questa Orchidea è ispirato dal suo tronco scuro e senza foglie, all'apparenza legnoso, mentre i fiori, piuttosto grandi e distanziati, sono colorati d'un bel violetto vivo con delle venature giallastre.
.....Negli spiazzi erbosi dei boschi vivono anche la Cephalanthera longifolia (Elleborina), dalla ricca infiorescenza di delicati fiorellini bianchi, e una sua parente stretta, la Cephalanthera damasonium, più esile e meno appariscente, caratterizzata da un ciclo vegetativo singolare, che le fa emettere le prime foglie soltanto all'ottavo anno e la fa giungere a fioritura al decimo o undicesimo anno.
.....Anche l'infiorescenza della Spiranthes spiralis è formata da numerosi fiorellini biancastri, ma si distingue agevolmente per la loro insolita disposizione a spirale lungo un esile stelo e perché essa è l'ultima orchidea a fiorire nei prati e nelle radure della valle nei primi giorni d'autunno, insieme alla varietà Spiranthes aestivalis, alquanto simile, ma decisamente meno comune.
.....Nelle radure sassose, spesso inframmezzate alle Orchidee, trovano lo spazio vitale numerosi altre specie di fiori meritevoli d'attenzione. Tali sono ad esempio i Vilucchi rosa, che fanno sfoggio di una fioritura che li pone tra le più belle varietà europee della specie, e l'Erba dei frati, che dall'autunno alla primavera si adorna di graziosi pomoli di colore turchino. Vi sono poi delle pianticelle che sono considerate dei residui della flora paleomediterranea: la Aphillantes monspeliensis e la Campanula di Savona. La prima ha delicate infiorescenze cerulee, portate da uno stelo giunchiforme privo di foglie e in Liguria è presente soltanto nelle Riviera di Ponente, dove raggiunge il limite settentrionale della sua diffusione. La Campanula di Savona invece è una specie endemica della Liguria occidentale; non è difficile incontrarla da giugno a ottobre e come l'altra è ritenuta una sopravvivenza della vegetazione dell'era prequaternaria, impoverita in seguito dalle glaciazioni.
.....Nelle scarpate e nei muri ai margini delle aree coltivate si fa notare allo stato spontaneo la Bocca di leone, in luoghi popolati anche dal Verbasco e da nutrite colonie di Valeriana rossa.
.....I dirupi e le pietraie del litorale, dove l'Agave svetta con la sua imponente infiorescenza e il Fico d'India si attesta nei siti più impervi, a inizio estate sono colonizzati dalla Cineraria marittima, oggi coltivata come pianta da bordura, e dell'Elicriso, essenza fortemente aromatica che si può reperire anche sui colli dell'entroterra, dove però giunge a fioritura in piena estate.
.....Sul litorale resistono bene l'Asfodelo e il Finocchio marino, nonostante le consistenti alterazioni del loro habitat; è in forte regresso invece il Papavero delle sabbie, dai delicati petali gialli, ed è da considerare ormai estinto il Giglio marittimo, dai grandi fiori bianchi profumati che si schiudono in piena estate, quando la calura ha già disseccato le altre piante.
.....La maggiore ricchezza della composizione floristica però si ha nella parte di territorio egemonizzata dall'ulivo e nelle aree dove tale coltura di fatto non è presente, ma per ubicazione possono essere definite zona dell'Ulivo in senso lato.
.....Qui anche in pieno inverno si incontrano frequenti macchie di Violette. Nelle aree meglio esposte, lungo i bordi delle fasce olivate e soventemente anche ai margini degli orti e dei giardini, spuntano ricchi ciuffi di Narciso Tazetta, presente da dicembre ovunque alle quote inferiori e medie; nei prati più alti e sui crinali, il Narciso invece compare ad aprile nelle varietà Poeticus e Radiiflorus, nelle stesse aree dove invece a maggio compare il Cupidone azzurro, fiore caro alle fattucchiere per il suo utilizzo nella composizione dei filtri d'amore.
.....Nella zona dell'ulivo il Fior Stella a febbraio anticipa la primavera, là dove poi cresceranno soffici tappeti di Gerani selvatici, Ranuncoli, Nontiscordardime, Acetoselle, Tarassachi, Ellebori, piselli odorosi di varie specie, aromatiche Melisse, Mentastri, Borragini, Malve e l'invadente Allium neapolitanum. E può capitare di trovarvi ancora degli Iris bianchi e blu, un tempo onnipresenti.
.....L'esempio più tipico del sottobosco ulivato e delle radure però rimane la Mazza, detta anche Maggiolino, per sottolineare la stagione della sua comparsa. Esclusiva di questo areale è anche la Fanciullaccia, curioso fiore bianco o ceruleo della famiglia delle Ranuncolacee, protetto da un involucro che richiama le zampe di un ragno. Sono invece specie comuni anche ad altri ambienti ed hanno grande diffusione il Rosolaccio, la Margherita, il Tordylium e il Garofanino.

.....I tipi di vegetazione e i contesti descritti sommariamente in queste righe rappresentano soltanto una parte del patrimonio ambientale impareggiabile della Valle. Esistono altre specificità di sicuro interesse e motivazioni più che valide per approfondirne la conoscenza, magari direttamente con una salutare camminata che può rivelarsi indimenticabile. Percorrere i sentieri che ne risalgono dolcemente i colli, in una di quelle giornate nitide che il clima straordinariamente mite ci regala con frequenza, e scoprire da quelle cime il panorama ineguagliabile della costa, è un'esperienza che riserva emozioni intense. Mentre si posa il piede sugli antichi selciati e intorno è un continuo variare della natura e uno spandersi di aromi e profumi, può capitare di vedersi attraversare la strada da uno sfuggente ramarro dalla livrea smeraldina, o di trovarsi avvolti da una nuvola di farfalle che s'alzano in volo al nostro incedere, mentre altre mescolano i loro colori con quelli delle corolle dei fiori dai quali suggono il nettare e nel cielo un falchetto in cerca di preda disegna ampie volute, scandite dal canto del cuculo, che riecheggia in lontananza amplificato dall'eco della valle.
.....Sono momenti comuni in questa terra, che i naturalisti e i turisti più attenti ai valori ambientali conoscono bene. Essi sono anche il motivo aggiunto che l'ha fatta eleggere a meta preferita dei tanti che ambiscono vivere o trascorrere anche soltanto brevi periodi in un paese e una cornice decisamente favoriti dalla natura.

............................................... G. F.

Euforbia spinosa

Barlia robertiana

Anacamptis pyramidalis

Serapias vomeracea

Fiore delle api

Ophrys bertoloni

Ofride gialla

Orchidea farfalla

Orchidea cimicina

Cephalantera longifolia

Aceras anthropophorum

Erba dei frati

Podalirio posato su Aphillantes monspeliensis

Finocchio marino

Papavero delle sabbie

Bocca di leone

Valeriana rossa

Narciso tazetta

Cupidone azzurro

Fior stella

Margherita

Fanciullaccia

Maggiolino

Garofanino

Papavero

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