Circolo Culturale Ca de Puio


Vai ai contenuti

Menu principale:


Poiolo e la sua chiesa

Il paese


POIOLO E LA SUA CHIESA
Testo e fotografie di Giorgio Fedozzi

.....Le origini della borgata Poiolo non sono note, non esistendo dati certi in merito. Né può essere d'aiuto l'etimologia del suo nome; come spesso succede, infatti, esso probabilmente deriva dalla più evidente caratteristica morfologica del sito in cui sorge l'abitato.
.....In passato è stato suggerito che il toponimo "Poiolo" potesse essere il risultato della contrazione di "Poggiolo", con riferimento alla sua posizione elevata, affacciata al centro del golfo. In realtà la dizione dialettale "Puiö" rivela tutt'altra matrice, giacché a "poggio" avrebbe dovuto corrispondere il termine dialettale "pözzu". E' più verosimile quindi la derivazione dal greco "puleo" (= grigio) già testimoniata nella nostra regione (vedi: Villa Pulei = Pogli, frazione di Ortovero, vicino ad Albenga). Poiolo, o ancora Poliolo o Pogliolo, come spesso si trova scritto nei documenti dei secoli scorsi, pertanto deriverebbe dall’antico identificativo della collinetta sulla quale il paese è adagiato, il cui aspetto più evidente è costituito dall'argilla grigia da cui essa è formata, lo stesso elemento che in tempi a noi vicini poi ne ha segnato profondamente lo sviluppo.
.....L'abitato di Poiolo in origine era un piccolo centro rurale composto da poche case, che ha conosciuto una certa espansione soltanto nel Quattro-Cinquecento. In quel tempo esso veniva indicato anche come "Villa degli Arimondi", con riferimento al patronimico della famiglia egemone nella borgata, diventata nella seconda metà del Cinquecento una delle più influenti dell'intera podesteria del Cervo. Fra i suoi membri si distinse particolarmente il notaio Paolo Giulio Arimondo, sanguigno e irrequieto protagonista della vita pubblica negli anni compresi tra il 1581 e il 1631.
.....La chiesa del paese in origine era dedicata all'Immacolata, secondo una delle più comuni usanze della cristianità tardo medioevale: l'erezione di chiese dedicate alla Vergine o a sua Madre in siti dominanti importanti santuari mariani, nel nostro caso il Santuario di Nostra Signora della Rovere visibile dal sagrato dell'oratorio, a quel tempo era considerata una testimonianza di grande fede e assumeva il valore di un suo rafforzamento. Qui la doppia intitolazione alla Vergine e alla sua Santa Madre evidentemente ha inteso attribuirgli una valenza ancora maggiore.
.....In alcuni documenti la chiesa si trova citata anche con l'intitolazione di Nostra Signora del Soccorso, in quanto nei Secoli XVI-XVIII qui ha avuto sede una confraternita che raccoglieva i fondi per provvedere al riscatto degli abitanti del borgo catturati e fatti schiavi dai corsari turco-barbareschi. Questa è una delle pagine più tristi della storia della nostra terra, scritta spesso col sangue di quegli sventurati che, non avendo la possibilità di ricavare dal lavoro nei campi il sostentamento quotidiano, si vedevano costretti a mettere a repentaglio la loro esistenza sul mare, impiegandosi sia nella pesca del corallo nelle acque della Corsica e della Sardegna, sia in commerci marittimi ad ampio raggio. E ciò avveniva sotto la minaccia costante dei predoni musulmani, che dai porti nord-africani osavano spingersi a depredare e seminare il terrore fino alle coste settentrionali del Mediterraneo.
.....L'usanza di indicare la chiesa come "Oratorio di Sant'Anna" si è diffusa soltanto recentemente. E' rimasta viva comunque la consuetudine di celebrarvi la ricorrenza dell'Immacolata, l'8 di dicembre, oltre a quella del 26 luglio, giorno dedicato alla Santa Madre della Vergine. Altra ricorrenza importante per la borgata è quella del Corpus Domini, quando sulla piazza viene allestito un tappeto di petali di fiori per accogliere il Santissimo in processione.
.....La chiesa presenta nel suo impianto i caratteri tipici degli edifici religiosi minori del XVI Secolo. Essa probabilmente è il risultato del rifacimento di una cappella rurale preesistente. L'edificio attuale, privo di qualsiasi sovrastruttura o decorazione esterna, è impreziosito dalla cornice naturale che lo circonda e dal gruppo di palme phoenix che ne delimita il sagrato.
.....Nella lunetta della facciata si notano le immagini di Sant'Anna, della Vergine e del Bambino, opera recente (a. 2006) della pittrice Francesca Rutigliano.
.....All’interno la chiesa si presenta sobria ma decorosa, quasi a voler fotografare il carattere della popolazione locale, semplice, ma solida e tenace nella fede.
.....In essa sono conservate alcune opere d'arte meritevoli di attenzione. Addossato alla parete sinistra si trova un Crocifisso processionale ligneo del XVIII Secolo di pregevole fattura, riportato allo stato originale da un sapiente restauro compiuto nel 2006 da Francesca Rutigliano.
.....Sulla parete destra, contornato da una cornice di stucchi coeva, si trova un dipinto raffigurante la "Decollazione di San Giovanni", collocato in quella sede nel 1783 nell'occasione della realizzazione di un altare laterale dedicato a quel santo in seguito rimosso. Il quadro, nonostante le ingiurie del tempo, rivela nella definizione dei particolari dell'incarnato e dei panneggi la maestria dell'autore, individuato in Maurizio Carrega (Porto Maurizio 1737 - Sanremo post 1819), esimio rappresentante di un'affermata dinastia di artisti ponentini attivo in quel tempo a Sanremo.
.....Addossato alla parete absidale, a sormontare l’altare in muratura, si trova un grande polittico dedicato alla Vergine Immacolata. Il dipinto è un'opera di considerevole valore, confezionata dalla bottega d'arte dianese in passato definita impropriamente dei "Pancalino"; esso è databile agli anni Settanta del Cinquecento, ovvero al tempo in cui il maestro Raffaello De Rossi, "pittor fiorentino" com'egli stesso amava definirsi per rimarcare le proprie origini, da poco scomparso, ha lasciato la responsabilità del laboratorio artistico al figlio Giulio, il quale poi lo ha lasciato in eredità al primogenito Orazio.
.....Il manufatto è formato da pannelli dipinti a tempera su tavola, assemblati e contornati da una cornice intagliata e dorata; esso misura complessivamente cm. 198x312. Nel pannello centrale, centinato superiormente, è effigiata la Vergine in trono nell'atto della preghiera, mentre due angeli le sorreggono sul capo la corona e delle fiammelle auree tripartite calano leggere su di lei a simboleggiare la discesa dello Spirito Santo. Alla sua destra (a sinistra per chi guarda) si trova Sant'Anna e alla sinistra San Bartolomeo, il santo eponimo della chiesa parrocchiale. Negli scomparti minori in alto sono raffigurati abbinati a destra i santi Giovanni Battista e Nicola da Bari (titolari delle parrocchie di Cervo e di Diano Castello, matrici di quella di San Bartolomeo dalla quale la chiesa di Sant'Anna dipende), e le sante Apollonia e Lucia a sinistra. Nella lunetta semicircolare che sormonta l'opera è rappresentato l'Eterno contornato da angeli, in una delle più tipiche raffigurazioni della bottega dianese. Nella predella tripartita infine si leggono tre scene relative rispettivamente al Battista che predica nel deserto, all'incontro di San Gioacchino e Sant'Anna alla porta aurea e a San Nicola da Bari che dota tre fanciulle.
.....Il dipinto di Poiolo è uno degli ultimi grandi polittici prodotti dal laboratorio d'arte dianese, che nei fortunati decenni precedenti aveva fornito quadri alle più importanti chiese del Ponente Ligure, in virtù di una posizione di egemonia nella produzione locale, che gli derivava dalla notorietà del suo fondatore, il maestro fiorentino Raffaello De Rossi. La sua scomparsa però ha determinato una evidente caduta della qualità della produzione e la bottega nei tempi successivi si è vista costretta a offrire la propria opera anche a più modeste chiese e oratori di borgata.
....Le dimensioni del quadro di Poiolo sono ancora importanti, ma la struttura lignea ha già un intaglio meno ricco e la doratura in oro zecchino non è così evidente come nei manufatti che lo hanno preceduto, qui anzi manca quasi del tutto nel dipinto. Dallo stesso laboratorio, rimanendo nei confini della nostra valle, sono uscite quadri d'altare destinati alla chiesa di San Bartolomeo (a. 1562), al Santuario della Madonna della Rovere (a. 1578), e alle chiese di Tovo (a. 1560 c.), di Deglio (a. 1577), di Riva (a. 1572, scomparsa), di Villa Faraldi (a. 1601, scomparsa) e di Pairola (a. 1608, se ne conserva soltanto la predella).
.....Il quadro di Poiolo recentemente ha subito un accurato restauro, condotto dal Prof. Giovanni Casale tra il settembre 2003 e il luglio 2004 nel laboratorio di restauro diocesano di Albenga.
.....L'operazione ha fatto seguito ad una serie di interventi analoghi, promossi anche questi dal Circolo ed eseguiti da Tobias Lindner, con i quali sono state riportate alla luce le strutture, le decorazioni e le pitture originali dell’altare e del catino absidale.
.....La storia del paese è strettamente legata a quella di Cervo, da cui ha sempre dipeso; sostanzialmente è la storia di una tranquilla borgata rurale della Riviera, i cui abitanti hanno spartito il loro tempo tra il lavoro nei campi da settembre a marzo, per dedicarsi alla vendemmia, alla raccolta delle olive e alle operazioni ad esse conseguenti, e le più disparate attività sul mare nei mesi restanti, al fine di conseguire uno sfruttamento ottimale delle risorse umane. Tale situazione si è protratta fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando è stata impiantata nella pianura di San Bartolomeo una fornace per la produzione di laterizi; in questo frangente si è riscoperta quella collinetta d'argilla e si è cominciato a scavare ai suoi piedi per procurare la materia prima alla fabbrica. Ne è derivata una profonda cava, che presto è stata invasa dalle acque di scolo ed ha dato origine a un pericoloso e malsano laghetto. In seguito si sono verificati degli smottamenti, che hanno procurato profonde lesioni alle case più prossime, provocando l'esodo progressivo dei residenti. Gran parte degli edifici sono stati così abbandonati all'incuria e sono caduti in rovina.
.....Soltanto con la chiusura della fornace e col riempimento della cava, eseguito negli anni Sessanta col materiale di scavo proveniente dai cantieri dell’autostrada in costruzione, si è assistito alla rinascita di Poiolo. Grazie alla lungimirante iniziativa di alcuni e alla ferrea volontà di riscatto degli abitanti, il vecchio borgo è stato così recuperato nel rispetto delle caratteristiche tipologiche e ambientali originali e in questa nuova veste oggi si offre ai turisti che sempre più numerosi lo scelgono per trascorrervi le loro vacanze.
..........
.....


Torna ai contenuti | Torna al menu