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La meridiana di Piazza G. Verdi

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LA MERIDIANA DI PIAZZA G. VERDI


.....A San Bartolomeo, nel cuore del vecchio paese, c'è una significativa testimonianza del nostro passato che sta lentamente andando in rovina tra l'indifferenza generale.
Osservando con attenzione le facciate delle case che delimitano Piazza G. Verdi sul lato Est, si possono scorgere le tenui tracce di un'antica meridiana, il cui disegno sta svanendo a causa del disfacimento dell'intonaco; in più il suo quadrante è attraversato da cavi delle linee elettrica e telefonica posati senza alcun rispetto.
.....Un'attenzione così scarsa è dovuta al fatto che gli orologi solari sono irrimediabilmente avulsi dalla realtà attuale, in buona parte condizionata da una misurazione precisa del tempo attuata spesso con strumenti sofisticatissimi.
.....La meridiana di Piazza G. Verdi invece costituisce un esempio del modo per misurare il tempo più antico e più semplice. A saperla leggere però vi si possono scoprire alcuni aspetti particolari, che la fanno diventare qualcosa di più di un semplice dispositivo per indicare l'ora.

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.....Osservandola si nota innanzi tutto la strana disposizione delle rette orarie con i relativi numeri che indicano soltanto le ore comprese tra le 21 e le 24.
.....La cosa a prima vista potrebbe lasciare perplessi, ma esiste una spiegazione per questa originale numerazione, che va letta in considerazione dell'epoca della sua realizzazione. A quel tempo infatti le ore della giornata venivano numerate secondo diversi sistemi: uno dei più antichi e il più diffuso nelle zone rurali era quello che prevedeva l'impiego delle "ore italiche", che si basava sulla suddivisione del giorno solare in 24 ore, con inizio della numerazione, ossia la prima ora, fissata in coincidenza col tramonto.
.....E' evidente che un siffatto sistema col mutare delle stagioni e il conseguente variare della durata dei periodi di sole e di buio nell'arco delle ventiquattrore comportava che il mezzogiorno e la mezzanotte corrispondessero in stagioni diverse ad ore diverse. Per fare un semplice esempio il mezzogiorno solare corrispondeva all'incirca alle ore "italiche" 19 o 20 nei mesi di dicembre e gennaio, mentre in giugno e luglio corrispondeva alle ore 15 o16.
.....Tutto ciò può riuscire un po' ostico e lasciare un perplessi noi abituati a veder scandire il nostro tempo dagli orologi moderni, che hanno proprio nel mezzogiorno e nella mezzanotte due riferimenti precisi; ma il suo utilizzo in passato rispondeva a precise esigenze. Si consideri infatti che nei secoli scorsi, soprattutto in ambienti rurali, era di grande importanza non tanto conoscere l'ora esatta, quanto piuttosto avere cognizione del tempo mancante al termine della giornata, per programmare adeguatamente il lavoro. Poiché la ventiquattresima ora in qualsiasi stagione corrispondeva all'ultima ora di luce, riusciva facile a chiunque sapere, con un semplice sguardo a una meridiana, quante ore mancavano al sopraggiungere del tramonto. Al contrario con un orologio solare ad "ore comuni", cioè di 12 ore antimeridiane da mezzanotte a mezzogiorno e 12 pomeridiane da mezzogiorno a mezzanotte, si sarebbe dovuta conoscere la durata del periodo di luce in funzione di ogni stagione e quindi fare dei calcoli che per qualche sempliciotto forse avrebbero potuto essere un po' troppo complessi.
.....La praticità dell'uso delle ore "italiche" è evidente. Non a caso il suo impiego si è protratto in determinati ambienti fino all'inizio dell'Ottocento, anche se da tempo l'uso delle ore "comuni" aveva preso il sopravvento quasi ovunque.
.....La meridiana di Piazza G. Verdi merita un cenno particolare anche per l'originalità del suo quadrante, determinata dall'orientamento della parete sulla quale è dipinta, esposta esclusivamente ai raggi solari provenienti da Ovest. Ne consegue che essa può segnare soltanto le ore pomeridiane.
.....In alto si vede il foro ove doveva essere infisso lo stilo, mentre la linea diagonale che attraversa il quadrante tagliando a metà le linee orarie è la retta equinoziale. Questo elemento indica che il disegno è operas di qualcuno ben afferrato in quest'arte.
.....Tutto ciò ora è leggibile a fatica e se non vi si porrà rimedio con una certa urgenza andrà perduto irrimediabilmente. In realtà l'intera piazza G. Verdi attende fin da troppo tempo dei lavori di restauro che la restituiscano alla sua originale bellezza. La meridiana rinnovata in questo contesto renderebbe egregiamente il senso del borgo rurale che San Bartolomeo è stato per secoli.
.....Nella nostra valle si trovano altre meridiane. Una è in località Freschi, sulla facciata di un vecchio frantoio prospiciente la strada pubblica. Altre due si trovano a Cervo, rispettivamente in via Aurelia e in Largo ai Caduti: la seconda, sulla facciata del palazzo detto appunto "della Meridiana", è in ottime condizioni e rappresenta un bellissimo esempio di orologio solare tradizionale con ore "comuni".
.....Orologi solari disegnati recentemente si trovano alla Rovere, a decorazione e insegna del Borgo della Meridiana, e a Poiolo, sulla facciata di una vecchia casa restaurata. Nella parte superiore della Valle se ne trova una sulla parete del piccolo oratorio di San Sebastiano a Tovetto, restaurata qualche anno fa da Tobias Lindner riprendendo il disegno originale; una seconda, ormai illeggibile, si intravede sulla parete della chiesa parrocchiale di San Bernardo di Deglio e infine una terza, che si fa notare sulla parete delle chiesa di San Lorenzo di Villa Faraldi, invece è stata rimodellata recentemente travolgendone l'impianto; è stato disegnato infatti un orologio solare ad ore "comuni" in luogo di quello preesistente ad ore "italiche", variando anche la posizione e l'inclinazione dello stilo e ripetendo soltanto la cornice del quadrante originale.
.....Nella Riviera di Ponente esistono innumerevoli esempi di meridiane. Alcune di esse segnano le ore "italiche", come quella di Piazza G. Verdi. Ne cito fra queste una ad Alassio, sulla facciata della chiesa di San Francesco, una a Finalborgo, sulla parete di un antico palazzo prospiciente piazza G. Garibaldi, e altre a Bastia d'Albenga, sulla parete a Sud della chiesa dell'Annunziata, a Diano Borello, quasi illeggibile sul campanile della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, a Caravonica, sulla parete laterale del Santuario di Nostra Signora delle Vigne, e a Bestagno sul frontone della chiesa parrocchiale di San Sebastiano.
.....Quella di Bestagno costituisce un esempio meritevole di attenzione perché utilizza i due metodi per la misurazione del tempo, avendo segnate sia le ore "italiche" che le ore "comuni", le prime numerate dalle 12 alle 21 e le seconde dalle 6 antimeridiane alle 4 pomeridiane. Il risultato è un curioso intreccio delle rette orarie che forse può essere utile per meglio comprendere le differenze tra i due sistemi. Si potrà notare dall'ombra dello gnomone che nel momento nel quale è stata scattata l'immagine (era da poco passato il mezzogiorno del 25 aprile) la meridiana segnava le 12, secondo il quadrante delle ore comuni, e le 17, secondo le ore italiche.

Giorgio Fedozzi


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