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La Lingua Ligure

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LA LINGUA LIGURE

.....La denominazione “lingua ligure” è l'appellativo utilizzato correntemente per indicare l'insieme delle pratiche linguistiche tradizionali della Liguria e di alcune aree limitrofe delle Alpi e dell'Appennino Ligure, del dipartimento delle Alpi Marittime francesi, nonché di alcune isole linguistiche del tipo genovese e ponentino di Sardegna, Corsica e Provenza. Queste parlate, usualmente indicate come dialetti del tipo ligure e ascritte collettivamente alla famiglia delle lingue romanze, concorrono a formare un sistema compreso tra quelli galloitalici, unitamente al piemontese, al lombardo e all'emiliano-romagnolo; il tipo ligure peraltro si distingue da questi per una serie di peculiarità esclusive, che lo rendono una delle varietà linguistiche del contesto italiano settentrionale meglio differenziate, al pari del veneto.
.....La definizione“lingua ligure" è stato introdotta a livello scientifico soltanto in tempi recenti, preferendola alla dizione tradizionale “genovese”, storicamente accertata e in altri tempi plausibile, ma poco appropriata oggi, per la sua accezione centralista e riduttiva territorialmente, ad essere utilizzata per designare il complesso delle pratiche linguistiche dell'intero contesto regionale. Ciò seppure è innegabile che il modello urbano genovese è quello che può vantare la più ampia divulgazione, anche all'esterno, e le più solide tradizioni letterarie, motivazioni che hanno indotto taluni a indicarlo come il tipo ligure per eccellenza, ingenerando però equivoci e ledendo la dignità delle altre parlate della regione. In quest'ottica l'adozione della definizione “lingua ligure” costituisce un atto di chiarezza e di coerenza col suo grado di lingua tradizionale parlata da strati apprezzabili della popolazione ligure, pur nelle sue molteplici manifestazioni locali.
.....La lingua ligure, al pari delle varietà linguistiche tradizionali di altre regioni italiane, è caratterizzata da una profonda crisi dell'uso, accentuata nei tempi più recenti per effetto dello scadere dei processi di trasmissione generazionali. Non è un caso che essa sia segnalata nell'UNESCO delle lingue minacciate nel mondo tra quelle considerate in pericolo, in quanto, secondo il parametro usato per la classificazione, i bambini non la imparano più in casa come lingua materna.
.....Dal punto di vista storico, le parlate del tipo ligure costituiscono l'evoluzione locale del latino volgare, caratterizzata dall'emergere di aspetti fonetici ed evolutivi comuni ad altre parlate tradizionali dell'Italia settentrionale, dalle quali peraltro si distinguono per peculiarietà proprie che denotano un raccordo con le analoghe espressioni dell'area italiana centro-meridionale. Sulla base delle rispettive particolarità, le parlate locali che concorrono a formare il sistema ligure vengono classificate per prassi ormai consolidata secondo il seguente schema:

  • ligure orientale (o del Levante), specifico dell'area che si estende dai confini orientali della Regione fino a Levanto e nel corrispondente entroterra;
  • genovese o ligure centrale, il più diffuso e conosciuto in ambito nazionale e internazionale, usuale nell'area più densamente popolata della Regione compresa tra Moneglia e Noli, col corrispondente entroterra, e nelle isole di San Pietro e Sant'Antioco in Sardegna e a Bonifacio in Corsica;
  • ligure centro-occidentale (o del medio Ponente), usuale da Finale Ligure a Taggia, nel relativo entroterra e in alcune isole linguistiche di tipo ligure che a fatica perdurano nella Provenza;
  • ligure occidentale (o dell'estremo Ponente), parlato da Taggia al confine nazionale e, in territorio francese, fino a Monaco e sue adiacenze;
  • ligure alpino, con espressioni tipiche delle zone montane a nord della fascia occidentale, nelle Alpi Marittime italiane e in limitate porzioni di quelle francesi;
  • ligure dell'Oltregiogo, diffuso in corrispondenza e al di sopra dello spartiacque, con varietà improntate da forme di transizione più o meno accentuate verso il piemontese, il lombardo e l'emiliano.

.....La lingua ligure si trova catalogata secondo lo standard internazionale ISO 639-3 col codice LIJ e con le specifiche di lingua a se stante, indipendente e attiva, utilizzata come lingua madre da persone viventi. Inoltre, a motivo della sua diffusione, il ligure può essere considerato una lingua regionale secondo l'accezione della “Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie” (STE 148), conclusa a Strasburgo il 5 novembre 1992, che all'articolo 1 definisce tali le lingue utilizzate per tradizione in una determinata area geografica che siano diverse dalla lingua ufficiale dello stato, ma non un suo dialetto, e che siano espressione di un gruppo di cittadini numericamente inferiore al resto della popolazione dello stato, sufficiente però da giustificare l'adozione di misure di protezione.
.....Lo Stato italiano, che pure ha sottoscritto la “Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie” nel 2000, non ha provveduto però alla sua ratifica. Non solo: con una legge emanata nel 1999 si è fatto carico della tutela della lingua e della cultura di diverse popolazioni residenti in Italia (albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate) e delle popolazioni che parlano il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo. Con quel provvedimento in sostanza esso ha limitato lo stato giuridico di lingua a quelle elencate, lasciando escluse il ligure e altre parlate regionali di grande interesse sotto il profilo storico, linguistico e letterario, quali per esempio il napoletano, il siciliano e il veneto.
.....Alla luce di questi dati, assume una valenza particolare la notizia diffusa recentemente dall'Assessore Regionale alla Cultura Angelo Berlangeri attraverso gli organi di stampa, con cui ha reso pubblica la determinazione della Giunta Regionale di ottenere il riconoscimento ufficiale della lingua ligure quale espressione regionale o minoritaria e a tal fine ha demandato agli uffici del suo assessorato l'incombenza di avviare immediatamente le pratiche pertinenti presso il Ministero dell'Istruzione. L'interessamento manifestato dai vertici regionali per questa materia è la conseguenza delle sollecitazioni del Presidente della Consulta Ligure delle Associazioni per la Cultura, le Arti, le Tradizioni e la Difesa dell'Ambiente, Elmo Bazzano, e del clima di cooperazione da lui instaurato con la Regione Liguria in primis, ma anche con altri enti e amministrazioni locali, in relazione a temi o iniziative di interesse comune. Rientra tra queste il riconoscimento ufficiale della lingua parlata tradizionalmente nella nostra terra, un obiettivo prioritario per il quale la Consulta Ligure da decenni profonde energie e mezzi, fornendo in materia importanti contributi. È noto a tutti il Vocabolario delle Parlate Liguri (VPL), straordinario prodotto dell'impegno pluriennale di linguisti di chiara fama, docenti universitari, cultori delle tradizioni locali e sodalizi aderenti alla Consulta Ligure, che nei suoi quattro volumi offre una rassegna puntale ed esaustiva delle manifestazioni linguistiche del tipo ligure, analizzandone e mettendone a confronto con metodo scientifico gli aspetti fonetici vocabolo per vocabolo, area per area.





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